Massaggio neonatale: porre le basi dell’intelligenza emotiva

Durante la prima infanzia, la relazione con la madre, o con qualunque caregiver, è alla base del benessere del bambino nel breve e nel lungo termine. La relazione e l’attaccamento nella prima infanzia è mediata soprattutto attraverso i canali non verbali (voce, sguardo) e, in particolare dal tocco (Harlow, 1958; Field, 2014). Non sempre il fatto di entrare in relazione con il neonato attraverso il contatto pelle-pelle ha riscontrato l’attenzione necessaria, tanto che per alcuni decenni del secolo scorso, anche il semplice prenderlo in braccio veniva associato al viziare il bambino tramite le coccole. Oggi sappiamo, invece, che il contatto fisico in tenera età ha effetti molto profondi e importanti:

  1. correla positivamente con la salute fisica e lo sviluppo cognitivo dei neonati nel breve e nel lungo termine
  2. è un canale comunicativo fondamentale tra la madre e il bambino
  3. è un mezzo per l’instaurarsi di un attaccamento sicuro.

Obiettivi generali del massaggio neonatale

Le tecniche di massaggio infantile che si sono sviluppate in Italia e nel mondo, si pongono diversi obiettivi:

  1. sviluppare nel bambino la consapevolezza del proprio corpo: il massaggio, andando a stimolare diverse parti del corpo, porta il neonato ad avere sensazioni diverse derivanti dall’essere toccato dalla mamma e questo gli permette di cominciare a distinguere le aree corporee da cui derivano tali sensazioni e a riconoscerle. Distinguere e saper descrivere le proprie sensazioni corporee è una delle basi fondamentali dell’intelligenza emotiva (Ciarrochi, 2006).
  2. Sviluppare la relazione madre-bambino. È stato notato come il prendere in braccio il neonato, il toccarlo e l’accarezzarlo, aumenta la soddisfazione della madre nei confronti del figlio e migliora la qualità e la quantità di tempo che trascorre con lui. Inoltre, i bambini più “toccati” sorridono di più e piangono di meno, entrando in maggiore sintonia con la madre e sviluppando un attaccamento più sicuro (Field, 2014).
  3. Intervenire sulla depressione post-partum: le mamme depresse che partecipano ad un corso di massaggio infantile, migliorano le loro capacità relazionali con il bambino, imparando a guardarlo, parlarci, toccarlo (Onozawa et al., 2001).

Promuovere l’intelligenza emotiva attraverso il tocco massaggio integrato neonatale

Il Tocco massaggio integrato neonatale è stato sviluppato a partire dal Neo-Funzionalismo (Rispoli, 2010), integrando le tecniche di massaggio al neonato con le proprietà comunicative del tocco, per agire non solo su un piano muscolare e posturale, ma anche emotivo e cognitivo (Rizzi et al., 2011). Questa integrazione è motivata dal rischio che i protocolli standard di massaggio neonatale possano diventare emotivamente freddi e distaccati, difficilmente fruibili nella quotidianità della vita dei neo-genitori. Nell’interazione quotidiana col proprio bambino, infatti, in base al momento e al contesto (interno ed esterno), ci sono diversi colori emotivi che caratterizzano la relazione e questo modifica anche il modo di toccare, di massaggiare, di interagire su un piano non verbale. Così, a partire dal Tocco massaggio Integrato e dalla comunicazione non verbale (Rizzi et al., 2011; Hertenstein, 2006; Field, 2014), dalla Mindfulness e dall’intelligenza emotiva (Ciarrochi et al., 2006), è stato ideato un corso di tocco massaggio integrato neonatale “tematico”, dandogli il nome “Col tocco ti racconto i colori della vita”.

Dalla tenerezza, al gioco, dalla voglia di lasciarsi andare fino ad arrivare allo stupore nella scoperta: “Col tocco ti racconto i colori della vita” vuole essere un’occasione per un primo training di intelligenza emotiva rivolto alle neo-mamme.

Durante il training, ad ogni incontro si insegnano alle mamme diversi modi di massaggiare e toccare i loro bambini sulla base delle emozioni che si vogliono evocare: accarezzare, sfiorare, massaggiare, baciare, solleticare sono alcuni dei modi di toccare che, come suggerisce Hertenstein (2006), esprimono emozioni. Inoltre, per un’espressione emotiva integrata su tutti i piani, ad ogni incontro si invitano le mamme anche a muoversi e a modulare la voce con i loro bambini: nella sessione della calma si suggerisce alle mamme di muoversi lentamente, socchiudendo gli occhi, a usare una voce sussurrata; in una sessione di gioia, con una musica di sottofondo allegra e ben ritmata, si invitano le mamme a danzare con i loro piccoli e così via.

La ricchezza e l’unicità del training sta nel ruolo del conduttore che, durante ogni sessione, presta attenzione non tanto a come vengono svolte le diverse tecniche, ma alle capacità della madre di rispondere ai diversi contesti emotivi a cui è esposta. Ballare sarà difficile per una mamma depressa, come lo sarà socchiudere gli occhi e lasciarsi andare in un movimento lento e ripetitivo per una mamma agitata. Il corso diventa un’occasione per diventare consapevoli delle proprie risposte automatiche che influenzano la vita di tutti i giorni. Inoltre, attraverso il modellamento, il rinforzo e la promozione di comportamenti nuovi da parte del trainer, le mamme hanno l’occasione di sperimentare nuove risposte che non siano di evitamento o che sostituiscano quelle automatiche rigide e disadattive.

 

Basi teoriche su cui si fonda il TMIN

Harlow: Le basi teoriche su cui si fonda il TMIN partono dagli studi di Harlow che aveva notato come il contatto fisico fosse fondamentale per i mammiferi, in particolare per le scimmie. Nel suo esperimento del 1958, Harlow costruì dei surrogati di mamma-scimmia manipolando due variabili: di cosa era costituita (rete metallica o tessuto morbido) e se forniva latte (presenza di un biberon o meno). I cuccioli di scimmia tendevano a preferire il contatto con la “madre” di tessuto piuttosto indipendentemente dal fatto che fornisse latte, dimostrando come il contatto corporeo sia un bisogno necessario da soddisfare durante l’infanzia. Inoltre, da tale studio emerse che i cuccioli che non avevano un contatto diretto con il corpo della madre sviluppavano da adulti notevoli difficoltà nell’entrare in relazione con gli altri, soprattutto durante le fasi della riproduzione.

Hertenstein: L’universalità dell’importanza del contatto fisico è stata rilevata anche da Hertenstein che si è dedicato allo studio del tocco nella relazione con l’altro cercando di comprendere meglio quale sia la sua funzione comunicativa. Dai suoi studi è emerso che l’espressione e la comunicazione delle emozioni attraverso il contatto fisico è qualcosa che accomuna tutti gli esseri umani: i partecipanti ai suoi esperimenti, pur non conoscendosi tra loro e pur essendo di nazionalità diverse, riuscivano a decodificare le emozioni espresse attraverso diverso modi di essere toccati, a seconda della pressione esercitata, della durata, della velocità e di atre caratteristiche descritte dall’autore (Hertenstein et al., 2006).

Field: L’efficacia del massaggio infantile è stata dimostrata anche dagli studi di Tiffany Field sui bambini nati prematuramente. Gli studi della Field hanno messo in luce come il tocco e il massaggio durante i primi giorni di vita abbiano effetti positivi non solo da un punto di vista relazionale ma anche fisiologico: i neonati prematuri che vengono sottoposti a sedute di massaggio per 45 minuti al giorno (15 minuti per tre volte), hanno una permanenza in ospedale inferiore rispetto agli altri prematuri e parametri medici molto più nella norma (Field et al., 2010; Field, 2014).

Ciarrochi: Questo autore australiano ha unito la mindfulness e l’intelligenza emotiva dando forma al Mindfulness-based emotional intelligence training (Ciarrochi et al., 2006). Con le radici teoriche nella Relational Frame Theory, questo training è basato sull’imparare a fare spazio alle sensazioni corporee anche spiacevoli nella direzione di “disattivare” quel pilota automatico che ci spinge ad evitare o ci tiene bloccati dall’andare nella direzione di ciò che per noi è importante. Questo training risulta particolarmente rilevante per imparare a usare il linguaggio in modo efficace.

Rispoli: L’integrazione di tecniche di movimento, musica, espressione attraverso il tono di voce, tocchi diversi per creare un’esperienza emotiva durante le sessioni di intervento ha le sue origini nel Neo-Funzionalismo, teorizzato da Rispoli. Questo modello teorico è importante perché insegna a guardare il comportamento della persona su diversi piani: i movimenti, le posture, lo sguardo, il respiro, le espressioni facciali, diventano tutti indici importanti per guidare la persona ad andare oltre le proprie rigidità e stereotipie e approcciare l’esperienza proposta interamente e in modo pieno.

 

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Bibliografia

Ciarrochi, J., & Blackledge, J. T. (2006). Mindfulness-based emotional intelligence training: A new approach to reducing human suffering and promoting effectiveness. In Emotional intelligence in everyday life, 206-228.

Field, T., Diego, M., & Hernandez-Reif, M. (2010). Preterm infant massage therapy research: a review. Infant Behaviour and Development33(2), 115-124.

Field, T. (2014). Touch. MIT press.

Harlow, H. F. (1958). The nature of love. American psychologist13(12), 673.

Hertenstein, M. J., Keltner, D., App, B., Bulleit, B. A., & Jaskolka, A. R. (2006). Touch communicates distinct emotions. Emotion6(3), 528.

Onozawa, K., Glover, V., Adams, D., Modi, N., & Kumar, R. C. (2001). Infant massage improves mother–infant interaction for mothers with postnatal depression. Journal of Affective Disorders63(1), 201-207.

Rispoli, L. (2010). Il manifesto del Funzionalismo Moderno. SEF edizioni.

Rizzi, G., Rizzi, L., & Casetta, L. (2011). Il tocco massaggio Funzionale Integrato. Upsel Domeneghini Editore.

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