Fermare i giudizi: le qualità della mindfulness

La Mindfulness è una consapevolezza momento per momento del nostro flusso di percezioni, senza giudizio e con un atteggiamento curioso verso l’esperienza, un modo per imparare ad apprezzare ciò che sta accadendo dentro e fuori di noi proprio mentre accade.

Praticare la mindfulness non è facile. Possiamo forzare la nostra attenzione a rivolgersi dove vogliamo per qualche istante, ma non possiamo evitare di essere giudicanti. Così Kabat-Zinn, nel suo primo libro “The full catastrophe living” ha individuato delle qualità che sostengono la pratica meditativa nella direzione di sviluppare un atteggiamento non giudicante verso l’esperienza. Poi, negli anni ha elaborato la lista, infine completata da Wolf e Serpa nel 2015 nel libro “A Clinician’s Guide to Teaching Mindfulness: The Comprehensive Session-by-Session Program for Mental Health Professionals and Health Care Providers”.

Le qualità sono: curiosità, gentilezza, umorismo, accettazione, non giudizio, fiducia, non sforzo, mente del principiante, gratitudine e generosità.

Queste qualità possono essere praticate in molte situazioni durante il giorno: al lavoro, con i nostri bambini e partners, con noi stessi. Esse sono tutte interconnesse e concentrarsi su una in modo naturale ne attiva altre, in un circolo virtuoso.

La curiosità nasce dal rivolgerci al momento presente con la voglia e il desiderio di imparare qualcosa di nuovo e di percepirlo pienamente. La curiosità è complementare del pilota automatico, dove è tutto scontato e ridotto a “lo so già”. La curiosità è l’antidoto della noia.

La gentilezza è un “ammorbidente” dell’esperienza, una qualità per addolcire il giudizio e la durezza della nostra mente. La gentilezza ci aiuta a guardare l’esperienza con occhi diversi e ad averne una profonda comprensione, comprendendo come funzionano la mente e il cuore.

La gratitudine e la generosità sono strettamente connesse. La gratitudine parte dal pensiero “Io ho…” invece che da quello automatico “Io non ho…”, o “Ho abbastanza…” invece di “Non abbastanza”. La gratitudine sposta l’attenzione sulla pace, la contentezza e la calma, invece di essere guidati in modo automatico a soddisfare bisogni impulsivi e a lottare contro l’insoddisfazione. La generosità nasce dal riconoscimento di ciò che si ha in abbondanza, per donarlo agli altri. La generosità aiuta anche a comprendere l’interconnessione reciproca.

L’accettazione è l’atteggiamento più difficile da comprendere quando si inizia a praticare la mindfulness, perché è confusa con il subire passivamente o con il rassegnarsi. Ma l’accettazione non è passiva, bensì un rivolgersi attivamente e volontariamente verso l’esperienza e guardarla esattamente per quello che è, nel caso sia piacevole e nel caso non lo sia, dicendo ad esempio: “Sì, questa esperienza fa male e non mi piace e è esattamente com’è in questo momento”. Accettare significa impegnarsi attivamente a fare spazio, ad accogliere e trovare un posto dentro di noi anche a ciò che più spiacevole e doloroso.

Il non giudizio è un’esperienza così comune che a volte abbiamo bisogno di iniziare a praticare la meditazione per accorgerci che la nostra mente ha un’opinione su tutto. “Questo è bello”, “Questo è brutto”, “Che noia”, “Mi è venuto male”, “è stato bello” sono tutti giudizi che etichettano l’esperienza, trasformandola in pensieri facili da elaborare. Ma il giudizio o la valutazione non coincidono con la realtà, per cui spesso i giudizi la deformano e ci ostacolano nel vedere con chiarezza ciò che sta accadendo dentro e fuori di noi. Avere un atteggiamento non giudicante tuttavia non significa smettere di giudicare, questo sarebbe impossibile! Significa non giudicare e semplicemente osservare con curiosità la nostra mente giudicante.

L’assenza di sforzo è l’esperienza dello stare nel momento presente, così com’è senza fare nessuno sforzo per cambiarlo. Significa meditare per notare il flusso di sensazioni, emozioni e pensieri così come sono, senza l’intenzione di rilassarsi e provare un senso di piacevolezza, o avere degli insight, o raggiungere un particolare stato meditativo. Assenza di sforzo significa che semplicemente “siamo”, diversamente dalla modalità standard del “facciamo”.

Il lasciar andare o il lasciare che sia è un atteggiamento legato al non sforzo e all’accettazione, per cui impariamo a non trattenere ciò che è piacevole e a non spingere via ciò è spiacevole. Queste qualità ci insegnano a soppesare con più leggerezza ciò che accade nel nostro mondo interno, senza rispondere in modo automatico (e farci comandare) dal desiderio e dall’avversione.

La pazienza si oppone alla nostra quotidiana e lunga to-do-list. È l’impazienza che spesso ci spinge a fare la cosa che viene dopo, per “arrivare” lì, e poi un po’ più in là, e poi ancora dopo. E voler essere “lì” è spesso il motivo per cui non siamo “qui”. Il “lì” è spesso appetitoso: “quando avrò finito questa dispensa, mi sentirò libera di uscire a fare una passeggiata e vedere i primi fiori della primavera”. Nel frattempo ci perdiamo cosa sta succedendo “qui”: i suoni della mattina, il saluto del partner, il poter ascoltare con gratitudine il proprio respiro. La pazienza è la virtù di non precipitarsi impulsivamente verso la gratificazione, ma di aspettare, stare con l’attesa.

L’umorismo ci aiuta a fare un passo indietro rispetto a diverse situazioni, a non prenderle troppo sul serio e a poterne sorridere, vedendole come frutto del nostro essere dei comuni, vulnerabili, deboli esseri umani.

La fiducia riguarda il credere in noi stessi, l’unica persona al mondo che conosciamo in profondità e di cui abbiamo esperienza a 360°. Nessun saggio, nessun medico, psicoterapeuta o monaco potrà mai comprenderci bene quanto noi stessi e così la mindfulness ci insegna ad avere fiducia nelle nostre sensazioni, nel nostro corpo, nel nostro respiro.

La mente del principiante ci permette di vedere il mondo con occhi nuovi, liberi da preconcetti, opinioni, conoscenze. Questo ci permette di stupirci e di apprezzare ogni abbraccio, ogni cibo, ogni momento della giornata, vedendolo come unico, nuovo, speciale.

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Kabat-Zinn, J., & Hanh, T. N. (2009). Full catastrophe living: Using the wisdom of your body and mind to face stress, pain, and illness. Delta.

Wolf, C., & Serpa, J. G. (2015). A clinician’s guide to teaching mindfulness: The comprehensive session-by-session program for mental health professionals and health care providers. New Harbinger Publications.

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